Parkinson e disfagia
La disfagia, come riconoscerla e come impostare la dieta
Dott.ssa Serena Caronni
Biologa nutrizionista – Centro Parkinson Milano
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Introduzione
La disfagia è una complicanza che interessa il 52-82% dei pazienti affetti da malattia di Parkinson e può riguardare sia i cibi liquidi sia quelli solidi.
Di cosa si tratta?
La disfagia è il termine utilizzato per descrivere la difficoltà a deglutire intesa come sensazione di passaggio difficile o bloccato dell’alimento o del liquido ingerito nelle vie digestive superiori (cavità orale, orofaringe, laringe).
La debolezza muscolare e l’alterata coordinazione dei nervi e dei muscoli di bocca e gola rendono difficoltoso o impossibile il transito dalla bocca all’esofago (“canale alimentare”), con conseguente scorretto passaggio in trachea (“canale respiratorio”).
L’ingresso di materiali liquidi o solidi in trachea può essere molto dannoso, poiché può causare delle infiammazioni ai polmoni chiamate “polmoniti ab ingestis”.
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È una complicanza comune?
La prevalenza di disfagia nella popolazione generale viene stimata at- torno al 20%, con un aumento molto significativo nella popolazione anziana generale (11.4–38% negli over 65).
Nei pazienti affetti da malattia di Parkinson la percentuale è superiore al 50%.
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Come riconoscere i primi segnali di disfagia?
Durante l’assunzione del pasto, il paziente disfagico può essere lento e affaticato, condizioni causate sia dalla necessità di deglutire più volte per ogni boccone, sia dall’avere la sensazione che il cibo si sia bloccato nella gola.
Possono inoltre verificarsi rigurgiti orali o nasali, perdita di saliva o cibo dalla bocca e frequenti colpi di tosse per contrastare la sensazione di soffocamento.
Infine, dopo aver mangiato o bevuto, il paziente può presentare voce rauca o umida, stanchezza e cambiamenti nel modo di respirare.
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Classificazione dei cibi in base alla loro consistenza
In base alla loro consistenza, i cibi vengono classificati in:
- liquidi senza scorie (acqua, tè, infusi e tisane),
- liquidi con scorie o densi (succhi di frutta, latte, yogurt “da bere”, sciroppi, brodi vegetali),
- semiliquidi (gelati a temperatura ambiente, creme, passati di verdure, frullati e omogeneizzati di frutta),
- semisolidi (passati e frullati densi, omogeneizzati di carne e pesce, purè, uova strapazzate, formaggi morbidi e cremosi, budini)
- solidi
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Come impostare una dieta adeguata?
La dieta per disfagia deve essere sicura, adeguata a soddisfare i fabbisogni nutrizionali e gradevole, al fine di garantire la compliance del paziente, ossia che il paziente segua la dieta stabilita.
Per modificare la scorrevolezza degli alimenti lungo il canale alimentare bisogna agire sulle loro quattro proprietà (clicca su + per approfondire):
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STIPSI
La stipsi o stitichezza è uno dei più frequenti e diffusi sintomi dei pazienti affetti da malattia di Parkinson: affligge oltre il 60% dei pazienti parkinsoniani e può manifestarsi anni prima della comparsa dei sin- tomi motori.
Di cosa si tratta?
Il termine “stipsi” deriva dal greco “styphein” (stretto) ed indica una difficoltà nello svolgimento della funzione intestinale che può impattare notevolmente sulla qualità di vita di chi ne soffre.
Dal punto di vista clinico, possiamo distinguere due tipi di stipsi…