Parkinson e malnutrizione
Conseguenze della malnutrizione nei malati di Parkinson e consigli nutrizionali
Dott.ssa Serena Caronni
Biologa nutrizionista – Centro Parkinson Milano
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Introduzione
La malnutrizione è una problematica che si riscontra frequentemente nelle persone con malattia di Parkinson e, più in generale, negli anziani.
Malnutrizione per difetto: di cosa significa?
La malnutrizione per difetto può essere definita come l’insieme delle alterazioni cliniche ed ematochimiche che derivano da un insufficiente apporto di energia e nutrienti.
I principali parametri utili a fare diagnosi di malnutrizione sono il peso corporeo, l’altezza, l’indice di massa corporea e alcuni valori ematochimici.
In particolare, in riferimento al calo di peso, si parla di:
- malnutrizione lieve, quando il calo di peso è del 5-10% rispetto al peso abituale;
- malnutrizione moderata, quando il calo è dell’11-20%;
- malnutrizione grave, quando il calo è maggiore del 20%.
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Quali sono le possibili cause?
La malnutrizione nei soggetti anziani è provocata dalla combinazione di diversi fenomeni:
- Fattori sociali quali povertà e solitudine, impossibilità a fare acquisti, a preparare i pasti;
- Depressione in relazione alla solitudine, alla perdita della propria autosufficienza ecc.;
- Deterioramento cognitivo con atteggiamenti di opposizione o disinteresse nei confronti del cibo, perdita dei ritmi alimentari ;
- Alterazione delle funzioni sensoriali (ridotta percezione degli odori, ridotto numero di papille gustative);
- Cambiamenti a carico dell’apparato gastrointestinale (riduzione dell’efficienza di masticazione, riduzione della superficie di assorbimento intestinale );
- Terapie farmacologiche (alterazioni delle funzioni sensoriali, riduzione dell’appetito, minore efficienza della funzione digestiva ).
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Quali sono le possibili conseguenze?
Se non trattata, la malnutrizione è caratterizzata da una perdita della riserva di massa grassa, seguita dalla diminuzione della muscolatura e a seguire da perdite tissutali che coinvolgono tutti gli organi.
Le conseguenze della malnutrizione si manifestano in tutti gli organi e apparati, con deterioramento cognitivo, anemia, ridotta immunocompetenza (ossia ridotta capacità di produrre una risposta immune), osteoporosi, ridotta efficienza degli apparati respiratorio e digerente, ritardata riparazione di lesioni da decubito, difficoltà nel recupero in seguito a interventi chirurgici o eventi acuti, alterato assorbimento ed eliminazione dei farmaci ecc.
La malnutrizione comporta quindi gravi conseguenze non solo sulla qualità di vita del soggetto ma anche sull’incidenza di complicanze e sull’evolversi di alcune malattie, aumentandone la mortalità.
Purtroppo, esiste un punto di non ritorno oltre il quale la gravità della malnutrizione non è più controllabile, soprattutto in soggetti anziani fragili, come nel caso di pazienti affetti da malattia di Parkinson.
La prevenzione e l’intervento precoce diventano quindi essenziali.
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Come prevenirla o curarla?
È sicuramente importante individuare e rimuovere rapidamente le cause della malnutrizione e stabilire il rischio attraverso strumenti di screening validati.
In secondo luogo, è necessario intervenire tempestivamente con una dieta adeguata con eventuale ricorso a supplementi orali (es. proteine in polvere).
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Come impostare la dieta di un soggetto anziano malnutrito?
L’organizzazione di un adeguato schema nutrizionale è di fondamentale importanza.
È necessario garantire la copertura di tutti i fabbisogni nutrizionali del paziente.
- Carboidrati: l’apporto giornaliero di carboidrati deve essere compreso tra il 45 e il 60% dell’introito energetico totale. Ogni pasto deve quindi comprendere una quota glucidica, che può essere rappresentata da pasta, riso, cereali, pane, patate.
- Grassi: l’apporto calorico proveniente dai grassi (olio, burro, frutta secca, olive ) deve essere compreso tra il 20 e il 35% dell’energia totale. L’aggiunta di olio extravergine d’oliva a crudo può essere d’aiuto all’aumento della quota calorica totale.
- Proteine: le Linee Guida raccomandano un’assunzione di proteine (carne, pesce, uova, legumi, ) addirittura superiore rispetto a quella di un soggetto adulto (le Linee Guida ESPEN suggeriscono un introito proteico di almeno 1 g per chilo di peso corporeo). Qualora risultasse difficile raggiungere il quantitativo proteico raccomandato con l’assunzione degli alimenti, è consigliabile fare utilizzo di proteine del siero del latte in polvere.
Il suggerimento è particolarmente indicato per pazienti affetti da malattia di Parkinson che seguono una dieta a ridistribuzione proteica.
È inoltre importante prestare attenzione ai micronutrienti, ovvero a vitamine e sali minerali. Per assumere un’adeguata quantità di micronutrienti è fondamentale consumare frutta e verdura, variando i colori, seguendo la stagionalità e alternando la verdura cruda con quella cotta. Un adeguato consumo di ortaggi e alimenti integrali garantisce l’assunzione di un buon quantitativo di fibra, utile a mantenere un intestino in salute.
È infine importante prestare attenzione allo stato di idratazione. Per facilitare l’introito di liquidi è possibile optare per tisane e infusi durante la giornata e per piatti brodosi e minestre la sera.
Per agevolare il paziente sarebbe utile proporre
- pasti non troppo abbondanti ma frequenti,
- utilizzare alimenti fortificati
- o supplementi nutrizionali orali.
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6
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