La sarcopenia
Parkinson e sarcopenia
Dott.ssa Serena Caronni
Biologa nutrizionista – Centro Parkinson Milano
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Di cosa si tratta?
Il termine “sarcopenia” (dal greco “sarx” = carne + “penìa” = perdita) fu originariamente coniato da Rosemberg nel 1989 e identifica una sindrome caratterizzata dalla progressiva perdita di massa e/o forza e/o funzione muscolare.
La diagnosi e la severità del grado di sarcopenia possono essere individuate dal medico valutando le prestazioni fisiche, la forza, la resistenza e la massa muscolare del soggetto.
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È una problematica diffusa?
La prevalenza di sarcopenia è del 5-13% fra i 60-70 anni ma aumenta fino all’11-50% nei soggetti al di sopra degli 80 anni.
Le persone particolarmente esposte al rischio di sarcopenia sono gli individui sedentari, i soggetti che assumono scarse quantità di proteine o di vitamina D, coloro che sono affetti da malattie croniche invalidanti (come la malattia di Parkinson, sclerosi multipla) e i fumatori.
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Come rallentarne il decorso?
Per rallentare il decorso della sarcopenia è necessario seguire un’adeguata alimentazione, eventualmente associata all’utilizzo di integratori, e praticare un regolare programma di esercizio fisico.
Alimentazione:
Per mantenere e/o recuperare la massa muscolare, gli anziani dovrebbero consumare un apporto medio giornaliero di proteine pari a 1,0 – 1,2 grammi per chilo di peso corporeo.
In caso di patologia acuta o cronica il fabbisogno sale a 1,5 grammi per chilo fino a raggiungere i 2,0 grammi per chilo nei casi di grave malnutrizione o di patologie critiche.
Per garantire un adeguato apporto proteico si suggerisce una supplementazione a base di proteine del siero del latte, caratterizzate da un rapido assorbimento, un’ottima digeribilità e da un elevato valore biologico (contengono tutti gli amminoacidi essenziali).
Anche una supplementazione di vitamina D durante l’invecchiamento è fondamentale per preservare la salute dei muscoli e delle ossa.
Attività fisica:
Per rallentare il decorso della sarcopenia si consiglia una regolare attività aerobica (30 minuti 3 volte alla settimana) alternata a semplici esercizi di potenziamento.
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La disfagia
La disfagia è una complicanza che interessa il 52-82% dei pazienti affetti da malattia di Parkinson e può riguardare sia i cibi liquidi sia quelli solidi.
Di cosa si tratta?
La disfagia è il termine utilizzato per descrivere la difficoltà a deglutire intesa come sensazione di passaggio difficile o bloccato dell’alimento o del liquido ingerito nelle vie digestive superiori (cavità orale, orofaringe, laringe). La debolezza muscolare e l’alterata coordinazione dei nervi e dei muscoli di bocca e gola rendono difficoltoso o impossibile il transito dalla bocca all’esofago (“canale alimentare”), con conseguente scorretto passaggio in trachea (“canale respiratorio”). L’ingresso di materiali liquidi o solidi in trachea può essere molto dannoso, poiché può causare delle infiammazioni ai polmoni chiamate “polmoniti ab ingestis”.